San Girolamo fu un laico italiano, fondatore dell’ordine dei Chierici Regolari di Somasca. È venerato e rispettato in quanto dedicò la sua vita in favore dei piccoli orfani ed è patrono universale degli orfani e della gioventù abbandonata. Rimasto orfano all’età di dieci anni, egli visse sulla propria pelle il significato dell’assenza paterna, tanto che si impegnò a diventare lui stesso un padre per gli orfani e per tutti coloro che vivessero situazioni di disagio. Per questo creò dei centri dove i fanciulli potessero sentirsi accolti in una vera famiglia, sviluppando perciò un personale modello di carità evangelica, convinto che insieme al cibo e ai panni da vestire, occorresse dare ai giovani educazione, istruzione, formazione professionale, insomma prepararli alla vita.
Il percorso
Seguiamo il percorso visto e passiamo davanti alla casa donata dagli Ondei a San Gerolamo dove visse fino alla sua morte. Restaurata e dedicata alla Madonna degli Orfani, fu benedetta dall’allora patriarca di Venezia cardinale Angelo Roncalli, futuro Papa Giovanni XXIII. Riprendendo il cammino, troviamo un’altra figura che ha santificato la sua vita sulle orme di San Girolamo: Caterina Cittadini. Anche lei, insieme a sua sorella, fondò un istituto ed un ordine delle Suore Orsoline di San Girolamo di Somasca.
Qui, è possibile visitare il museo Le Sorgenti, su appuntamento. Andiamo, torneremo un’altra volta, dopo aver avvisato. Continuiamo per la stretta strada ed arriviamo davanti ad una piazzetta con alcuni parcheggi per residenti. Un arco segna l’inizio della Via delle Cappelle dedicate a San Girolamo ed alla sua vita. All’inizio della Via per la Valletta si poteva così leggere:
Viam ad Vallettam / Divi Hieronymi Aemiliani / Domicilio poenitentia miraculis / Nobilem / Clerici Regulares Somaschae / De suo faciendam / Curarunt.
L’attuale omogeneità con cui si presenta al visitatore ed al pellegrino il Sacro Monte di San Girolamo, potrebbe considerarsi una realizzazione ottocentesca, mentre in realtà ha le sue radici in pratiche devozionali già attestate a partire dal XIV secolo. A questo monte facevano già riferimento le comunità cristiane di Vercurago, di Somasca e di Chiuso, poste ai due versanti. Si trattava di forme processionali che salivano sino alla croce, celebravano messe nella cappella dedicata a San Ambrogio esistente alla Rocca, e riscendevano spesso con un giro ad anello alla rispettiva parrocchia. Questo prima ancora che San Girolamo arrivasse in questi luoghi negli anni ‘30 del ‘500.
Tra il 1620-24, il padre Bartolomeo Brocco, terminate le migliorie apportate alla chiesa parrocchiale, inizia a pensare come sistemare meglio l’Eremo, la grotta dove Girolamo soleva riposare in Valletta, la roccia dell’acqua miracolosa. Nel 1626 con atto solenne stipulato a Caprino, i paesi della valle eleggono il beato Girolamo come patrono della Val San Martino. E finalmente nel 1628 il padre Giovanni Calta pensa in tempo alla Valletta e la compera. Per tutto il secolo XVII e XVIII proseguiranno acquisti di terreni, volti a conservare, conoscere e facilitare l’accesso ai pellegrini nei luoghi santificati dalla presenza del Santo.
Entriamo in questo sentiero iniziato nel 1702 e via via completamente lastricato ed arricchito con cappelle che riproducono i momenti più importanti della vita del Santo. Ogni cappella ricostruisce con cura alcuni momenti vissuti da San Girolamo. Ambientazioni con statue, com’era consueto a quei tempi, in modo che tutti, anche analfabeti, potessero comprendere i momenti più significativi della vita e del messaggio di San Gerolamo.
Giunti a circa metà del percorso vi è la Scala Santa, una ripida salita con gradini scavati nella roccia che conducono all’eremo dove Girolamo era solito ritirarsi in preghiera. C’è un’usanza, per i pellegrini, di percorrerla tutta in ginocchio, recitando un’Ave Maria ad ogni gradino e solo in salita!
Continuiamo a salire, visitando le Cappelle, fino a giungere ad una prima piazzola, immersa nel verde, dove troviamo un’altra cappella ed il cimitero dei Padri Somaschi. Un balcone con una bella vista del lago e del paese sottostante.
Ancora qualche gradino e giungiamo alla seconda piazzola dove ci attende la Chiesa della Risurrezione e della Cappella di San Girolamo, una grotta naturale che un tempo fungeva da eremo e attorno alla quale è stata costruita la chiesa stessa. A lato della cappella vi è la Sala della Fonte. Secondo la tradizione qui San Gerolamo, fece scaturire acqua viva per gli orfanelli durante un periodo di siccità.
Dopo una breve pausa, saliamo in fondo al complesso religioso ed una porta ci permette di entrare in un’altra vallata e di salire verso la Rocca. Un’altra cappella e successivamente una croce ed una torre. Davanti ed intorno a noi, uno dei più straordinari panorami. La valle dell’Adda e il lago di Como, straordinariamente insieme, in un grande colpo d’occhio. Che pace e che sensazione di libertà. Giù sotto un contadino falcia l’erba e più in là alcuni uomini seduti discutono del PIL.
Torniamo indietro lasciandoci le mura sempre sulla sinistra ed arriviamo alla scalinata scavata nella pietra che porta direttamente alla grotta, posta al termine della Scala Santa, dove San Girolamo spesso si appartava. Alcuni minuti di sosta in questo luogo mistico per raggiungere poi l’entrata del complesso religioso e giù dalla Via delle Cappelle e tornare all’auto.
Un ringraziamento ai Padri Somaschi che, nei secoli, sono riusciti a preservare questo piccolo paradiso ora a disposizione di tutti.